21.3.11
Odyssey Dawn
New York (TMNews). Cosa si nasconde dietro il nome “Odyssey Dawn”, l'operazione militare americana contro il regime di Muammar Gheddafi che viene tradotta in italiano, un pò imprecisamente, come “Odissea all'Alba”? Nulla. A specificarlo è stato lo stesso U.S. Africa Command, il comando militare responsabile per le operazioni in Africa. «Ci sono state operazioni come ‘Desert Storm’ o ‘Iraqi Freedom’ che veicolavano un messaggio o indicavano un luogo geografico. ‘Odyssey Dawn’ non è né l'una né l'altra», ha detto il portavoce, Eric Elliott.
«L'obiettivo era di creare un nome che non avesse assolutamente nulla a che fare con l'attività o il luogo, in modo tale che durante le fasi di pianificazione della missione nessuno sapesse che era riferito alla Libia», ha spiegato.
Il Pentagono sottopone a severi criteri la creazione di un nome per un'operazione militare, che di solito è composto di due parole. É vietato scegliere termini che esprimano ostilità o risultino di cattivo gusto per etnie o religioni. Il nome, sempre secondo le indicazioni del Pentagono, non può contenere la parola progetto, esercitazione o operazione e non può essere composto da una singola parola. Sono anche proibite espressioni insolite.
Perché, allora, la scelta dei comandanti è ricaduta su “Odyssey Dawn”? Il comando per l'Africa ha a disposizione i nomi che cominciano con JS-JZ, NS-NZ e OA-OS. Delle esercitazioni recenti avevano già usato i primi due gruppi di lettere e dunque restava solo OA-OS. E così, ha spiegato Elliott, un gruppo di ufficiali superiori (tenenti colonnello e maggiori) si è riunito per decidere, e ha pensato che Odyssey fosse l'unica parola che andasse bene.
Quanto alla seconda parola, Dawn, «l'hanno scelta a caso».
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